Canali Minisiti ECM

Il 40% dei bimbi con autismo non sa raccontare il passato e il futuro

Neurologia Redazione DottNet | 18/09/2018 18:39

Due studi italiani aprono la strada alla diagnosi di disturbo della comunicazione

Il 40% dei bambini con autismo non sa raccontare il passato e costruire scenari del futuro. In pratica non sa viaggiare mentalmente nel tempo e questo si traduce in discorsi incoerenti e confusi con i loro interlocutori. Un problema verbale che nasce dall'incapacità mentale di pianificare un discorso. A scoprire il legame tra l'attitudine nel costruire discorsi e i processi mentali che permettono di ricostruire possibili episodi del passato e del futuro due studi multidisciplinari a firma tutta italiana pubblicati su Frontiers in Psychology e Journal of Neurolinguistics.

Frutto della collaborazione fra l'Università di Udine, l'Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma e l'Università di Roma Tre, hanno portato alla creazione di un test in via di standardizzazione per la diagnosi clinica del disturbo, perchè, come sottolinea Andrea Marini, del Dipartimento di Lingue e Letterature, Comunicazione, Formazione e Società dell'ateneo friulano, "individuando i bambini con questo tipo di problema si possono poi mettere a punto programmi riabilitativi per potenziare le abilità compromesse". Fino ad oggi i disturbi spesso osservati in persone affette dallo spettro autistico nel produrre discorsi dotati di coerenza erano stati ricondotti, spiega Marini "a difficoltà nel gestire le interazioni sociali o a difficoltà nel focalizzarsi sui dettagli a scapito delle informazioni importanti".

pubblicità

Questi due studi condotti rispettivamente su 66 e su 77 bimbi autistici e altrettanti soggetti sani ha individuato due sottotipi, dimostrato per la prima volta che nel 40% dei soggetti le difficoltà nel produrre discorsi narrativi coerenti possano dipendere in parte da una incapacità di viaggiare mentalmente nel tempo". Il rimanente 60% del campione invece si comportava come i bambini sani. "Questo dimostra - conclude Giovanni Valeri, neuropsichiatra infantile Irccs Ospedale pediatrico Bambino Gesù - che c'è una grande eterogeneità clinica nell'ambito dello spettro autistico. Diventa quindi sempre più importante individuare dei sottotipi per avere terapie mirate e personalizzate. Ricordiamoci che questi disturbi accompagneranno l'individuo per tutta la vita. Curare correttamente i bambini significa avere adulti autonomi in grado di fruttare al meglio le proprie capacità". Attualmente in Italia abbiamo un bambino autistico ogni 4 classi (1 su 100) e i costi complessivi per il sostegno sociale di questi malati è maggiore di quello per infarto, tumori e ictus messi insieme. "Urgono - conclude - interventi precoci e personalizzati per lavorare sulle singole compromissione".

Commenti

I Correlati

Lavoro del team di ricerca del dipartimento di Neuroscienze dell'Università di Torino

Il 30-40% delle persone con Epilessia non raggiunge il controllo ottimale della malattia

Scoperta di Singapore, c'è un legame con le connessioni nervose

È quanto emerge da uno studio appena pubblicato su Nature Communications

Ti potrebbero interessare

Lavoro del team di ricerca del dipartimento di Neuroscienze dell'Università di Torino

Il 30-40% delle persone con Epilessia non raggiunge il controllo ottimale della malattia

Scoperta di Singapore, c'è un legame con le connessioni nervose

È quanto emerge da uno studio appena pubblicato su Nature Communications

Ultime News

I consigli degli ortopedici della Società Italiana di Ortopedia e Traumatologia, SIOT e della Società Italiana di Ortopedia e Traumatologia Pediatrica, SITOP

I dati Pharma Data Factory (PDF): nel primo trimestre del 2024 questi indicatori diventano rispettivamente 455,4 milioni di confezioni e 4,6 miliardi di euro

Rossi: “È impossibile far rientrare in un codice una patologia specifica e spesso è multifattoriale. Questa è una assurdità che va condannata ed evitata con ogni mezzo”. Cimo-Fesmed: “Auspichiamo più interventi strutturali”

Leccese: “Il sintomo più tipico della spondiloartrite assiale è la lombalgia più comunemente nota come mal di schiena”